Elisa Pomarelli, omicida condannato a 20 anni di carcere. I familiari: “meritava l’ergastolo”

La ragazza era stata uccisa il 24 agosto 2019 da Massimo Sebastiani dopo che lo aveva rifiutato. L’uomo

aveva scelto il rito abbreviato che dà uno sconto di pena

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Massimo Sebastiani è stato condannato a 20 anni di carcere per, l’omicidio di Elisa Pomarelli, la giovane

amica che nell’agosto del 2019 venne strangolata e il cui corpo fu nascosto dall’assassino sulle colline in

provincia di Piacenza. La procuratrice Grazia Pradella aveva chiesto 24 anni di carcere per Sebastiani,

arrestato dopo alcuni giorni, in fuga nascosto sulle colline, imputato per omicidio volontario e

occultamento di cadavere e processato in abbreviato. «Questa non è giustizia, 20 anni sono pochi. Meritava

l’ergastolo», hanno detto i familiari della vittima dopo la lettura della sentenza.

La confessione e il rito abbreviato

La ventottenne era stata uccisa il 25 agosto 2019 da Massimo Sebastiani, 45 anni, che lei credeva un

amico, perché l’uomo non riusciva ad accettare che Elisa non volesse una relazione di coppia con lui,

nonostante la ragazza gli avesse detto di essere lesbica. Sebastiani, reo confesso , aveva ottenuto il rito

abbreviato subordinato alla perizia psichiatrica, che gli ha permesso di avere uno sconto di pena.Questo

particolare, solo apparentemente tecnico, aveva causato la protesta delle associazioni impegnate contro la

violenza di genere, dal centro Città delle donne/Telefono Rosa di Piacenza, che si è costituito parte civile, a

Non una di meno, fino all’organizzazione internazionale Eurocentralasian Lesbian* Community (EL*C). «Il

ricorso al rito abbreviato dimostra che la giustizia italiana fa ancora fatica a capire e quindi a perseguire i

femminicidi» diceva Alice Coffin, cofondatrice dell’associazione Eurocentralasian Lesbian* Community, che

ha firmato una dura presa di posizione sul processo.