Due parole con Rocco Pietrantonio, conduttore della quinta edizione di ” The Coach “

La quinta edizione di The Coach, che ha preso il via ufficialmente su 7Gold lunedì 17 ottobre 2022, è stata
contraddistinta anche dall’arrivo del nuovo conduttore Rocco Pietrantonio. Subentrato in coppia con
Chiara Esposito ad Agata Reale, l’uomo ha affrontato con curiosità la nuova esperienza nel talent ideato da
Luca Garavelli e Marco Zarotti facendo fin da subito squadra con la sua nuova collega e tutto il resto degli
addetti ai lavori. Un’occasione professionale intensa di cui ci ha parlato in questa intervista, dove ha anche
ammesso di essersi emozionato, di fronte ad alcune esibizioni, durante le registrazioni del programma.
Ciao Rocco, come sei arrivato a The Coach? Conoscevi già i produttori Luca Garavelli e Marco Zarotti?
“Conoscevo già Luca, perché ho lavorato per parecchi anni con lui ad eventi e serate. In seguito, le nostre
strade si sono divise. Finché, mi ha contatto per dirmi che gli avrebbe fatto piacere avermi come
conduttore di The Coach. Ed ho accettato”.
Sei stato felice di questa proposta?
“Molto felice, perché è bello lavorare con una persona che stimi e conosci. Tra l’altro, Luca ha avuto
davvero una grande evoluzione. Quando sono arrivato negli studi di The Coach è stato un bell’impatto,
perché è un programma serie e ben strutturato”.
Dal tuo punto di vista, qual è la forza di The Coach?
“La forza sta nella coesione di chi organizza. Luca Garavelli è riuscito a mettere in piedi una squadra che
crede nel progetto. Tutti i ragazzi dietro le quinte, così come la regia di Marco, ci mettono davvero il cuore
in quello che fanno. Al dì là del lavoro, si vogliono bene realmente e a prescindere dal programma. Si è
creata una sorta di famiglia”.
La tua partner alla conduzione è Chiara Esposito. Che rapporto siete riusciti ad instaurare tra di voi?
“Con Chiara è nato un rapporto fantastico. E’ stata una vera sorpresa: è giovane, capace e giocherellona.
Oltre a lavorare in maniera ottimale, è nata un’amicizia incredibile. Ci siamo divertiti tanto perché Chiara è
una persona spassosa e divertente, motivo per cui è stata capace di darmi anche una bella energia”.
Sei subentrato, nel ruolo di conduttore, all’amatissima Agata Reale. Avevi un po’ di timore dell’eventuale
confronto con lei da parte di chi seguiva precedentemente il talent?
“A dire la verità, questa cosa non è accaduta. Io e Chiara, insieme a Luca, abbiamo creato una tipologia
completamente differente di conduzione. Se ne vedrà una completamente diversa. Per questo, mi sento di
dire che abbiamo dato il via qualcosa di nuovo”.
Anche perché è sicuramente diversa una conduzione in solitaria rispetto ad una di coppia…
“Assolutamente! E’ partita tra di noi, fin da subito, una bella sinergia. Ed abbiamo costruito insieme a tutto
il gruppo questa nuova conduzione. Ed in due si è più forti, soprattutto se si va d’accordo, com’è capitato a
me e Chiara. Siamo stati fortunati in questo, poiché ci ha permesso di entrare meglio nel sistema del
programma”.
Come pensi accoglierà il pubblico te e Chiara?
“All’interno dell’Academy ci hanno voluto bene. Ci auguriamo dunque che il pubblico a casa apprezzi la
nostra purezza nella conduzione, perché anche noi abbiamo pianto e ci siamo emozionati. Speriamo quindi
che questo messaggio arrivi a chi ci segue”.
The Coach dà risalto anche alla figura dell’insegnante. Pensi che anche questo abbia aiutato il
programma ad avere maggiore successo?

“In un programma il successo viene dato anche da chi partecipa. Nel caso di The Coach, il merito è quindi
anche degli insegnanti e dei talenti. Come mia esperienza personale, posso dire che c’erano dei coach che,
veramente, hanno dato il massimo e ci hanno regalato delle emozioni incredibili e dei talenti sorprendenti
che non ci aspettavamo. Vedrete davvero delle esibizioni molto belle”.
A proposito di talenti e di arte, pensi sia difficile, oggigiorno, vivere d’arte?
“Sì, è molto difficile. Non è un lavoro che ti dà una costante stabilità; automaticamente devi fare la
differenza, ad esempio, se ti chiamano a condurre un programma, com’è successo a me con The Coach.
Devi dare un input a chi ti guarda da casa. Devi essere un lavoratore professionista, altrimenti non riesci ad
andare avanti”.
Consiglieresti The Coach ad altri talenti, qualora volessero partecipare?
“Ovviamente sì. Oltre ad essere un programma in cui si vince o si perde, è un’esperienza meravigliosa.
Dopo che finiscono le registrazioni, ci sono delle feste che il produttore organizza per stemperare un po’ le
varie tensioni. Consiglio dunque di mettersi in gioco a qualsiasi persona che abbia un minimo di talento. The
Coach è uno dei pochi programmi che ti dà una possibilità, a prescindere dalla vittoria. Ti dà un background
da utilizzare nel futuro. E’ una cosa importante perché parliamo di una vera e propria scuola, dato che oltre
agli insegnanti ci sono pure gli opinionisti. Per questa edizione abbiamo avuto anche dei mental-coach,
capitanati da Davide Paccassoni. Figure che hanno aiutato tutti, persino noi conduttori”.
Hai citato le riprese. Com’è stato adattarsi al ritmo frenetico delle stesse?
“Ci siamo fatti un mazzo incredibile; siamo stati tutti bravi perché ogni giorno siamo riusciti a terminare
tutto ciò che c’eravamo prefissati, nonostante le difficoltà”.
A quali altri progetti ti stai dedicando in questo periodo?
“Continuo a lavorare a Radio Norba. La radio mi ha dato una grande opportunità, perché mi ha permesso di
portare avanti la conduzione televisiva di The Coach in maniera eccellente, dato che mi ha abituato ai ritmi
velici della diretta. E’ capitato che Marco e Luca chiedessero a me e Chiara di fare circa due minuti di
blocco. Avendo dalla mie l’esperienza in radio, ho saputo gestire al meglio il tempo”.
Torneresti a The Coach se capitasse?
“Certo, molto volentieri”.