Daniele Imperiale: una vita tra giornalismo e comunicazione digitale

Uomo colto, dinamico e professionale, ecco Daniele Imperiale, abile comunicatore, giornalista e social media strategist e digital marketer che si racconta in un interessante intervista dove ci parla del suo lavoro che svolge in modo brillante e con grande grande competenza. Un professionista, fuori dal comune.

Chi è Daniele dentro e fuori la redazione?

La personalità deve essere autentica, realista, fuori e dentro il sistema di comunicazione massiva con le stesse caratteristiche di base della propria vita reale. Solo essendo se stessi si riescono a trasmettere emozioni, valutazioni e sensazioni nelle narrazioni di articoli e/o pubblicazioni. L’essere dentro significa tener sempre presente la responsabilità che deriva dall’essere seguiti da tante persone, l’essere fuori rispecchia la propria esperienza di vita.  Diciamo che il Daniele di “fuori” è in perenne viaggio introspettivo alla ricerca di una illuminazione che sia in grado di aiutarci a trovare risposte, e trasmetterne al prossimo elementi tali da poter essere percepiti. E’ una mente libera che ama la socialità, l’essere persona tra persone. Coglie aspetti di vita vissuta, sentimenti, dolori, gioie. Il Daniele di “dentro” in fondo è speculare all’altro, è schematico improntato all’organizzazione preventiva di ogni aspetto.

Sei un giornalista, social media strategist ed esperto di comunicazione. In cosa  consiste esattamente il tuo Lavoro?

Il comunicare è affascinante, oggi piu’ che mai gli strumenti informatici di cui disponiamo

se utilizzati al meglio consentono di raggiungere importanti soddisfazioni anche di natura

morale. Piu’ che di lavoro parlerei di una passione maturata nel corso del tempo. Anni fa, pur provenendo dalla carta stampata, ebbi subito l’intuizione  che il web, i social media sarebbero stati

elementi fondamentali, ed oggi piu’ che mai ce ne rendiamo conto. Come tutte le cose

però vanno utilizzate con scienza e coscienza. I social, il web costituiscono anche immense opportunità che vanno sapute cogliere con specifiche strategie. Ci sono anche rischi da valutare, un po’ il web ed i social sono una vita parallela virtuale, che però ci rappresenta specialmente ora che non si può socializzare a causa della pandemia.

La comunicazione va analizzata attentamente, e dipende al contesto in cui essa viene applicata. chi fa comunicazione deve conoscere gli argomenti che tratta, ed oggi piu’ che mai la figura del giornalista social sta assumendo un ruolo importante anche nella comunicazione d’impresa, professionale ed associata a diversi settori di grande interesse sociale. 

L’essere esperti in comunicazione significa averne studiato nei dettagli criticità e potenzialità traendo conclusioni di interesse pubblico generale. La cognizione della vita, il carattere del giornalista, le esperienze vissute, il conoscere fatti della strada, il saper piangere ed il saper ridere costituiscono un bagaglio umile ed ottimale di esperienza.

Come è cambiata la comunicazione oggi?

Già avevamo assistito ad importanti cambiamenti pre-emergenza covid.

La carta stampata è stata sempre di piu’ sostituita dall’online, e quindi oggi

ci troviamo di fronte ad una comunicazione immediata, necessaria, parte integrante della vita quotidiana. Tutto ciò ha assunto proporzioni rilevanti durante questa pandemia, che putroppo sta anche evidenziando il peggio di titoloni allarmistico-ansiogeni che non rendono onore al giornalismo italiano. Ma in un momento di caos, tutto è consentito purchè generi terrore pubblico. Di qui in molti si fanno prendere la mano. In altri tempi i reati di procurato allarme attraverso tv e giornali avrebbero riempito faldoni di aule giudiziarie.

Ora siamo affidati al libero arbitrio che non sempre viene esercitato come dovrebbe essere nell’interesse della società afflitta da questa situazione. Noi dobbiamo dire la verità, per poterlo fare dobbiamo studiare, intervistare le fonti autorevoli e non trarre conclusioni a caso. La comunicazione dovrebbe dare meno voce al terrore e piu’ voce alle esigenze delle attività produttive in crisi, del popolo gravato moralmente da una situazione che sembra un film e la cui pellicola sembra voler girare all’infinito.

La comunicazione cambia con il susseguirsi degli eventi, chi racconta le cose deve saper adattare il “modus scribendi”,in base al momento, all’argomento da trattare.

Cosa pensi del giornalismo participativo?

Se praticato realmente sarebbe una grande risorsa di crescita e di confronto, soprattutto con gli strumenti di cui disponiamo.  Teniamo conto che oggi con dirette social si può interagire in live ed anche questo, se ben fatto costituisce un elemento di crescita culturale. Ma anche qui si improvvisa troppo, serve la mediazione di professionisti dell’informazione che costituiscono anche una garanzia nel rispetto delle forme deontologiche.

Come nasce il progetto di “Ufficistampanazionali.it”? E cosa si intende per informazione certificata?  Spiegalo ai lettori…

Uffici Stampa Nazionali è un portale di informazione per l’appunto “certificata” ossia con il bollo della veridicità accertata. Un modo formale e sostanziale per dare un segnale contro la giungla delle fake news. E’ un progetto libero, autorevole, in crescita e che riprende collaborazioni con agenzie di stampa, istituzioni, ed aperto a chiunque avendone ovviamente caratteristiche idonee, voglia confrontarsi e scrivere.

Nel settore giornalistico, assume particolare importanza la funzione ordinistica, che di fatto è garanzia di rispetto delle regole.

Secondo te arriverà il giorno in cui la carta stampata  andrà in via di estinzione per lasciare

spazio solo alle testate web?

Ora bene o male anche in zona rossa si è comunque potuti uscire per prendere il giornale all’edicola, ma teniamo conto che abbiamo vissuto il lockdown rigido ove cio’ non era nemmeno possibile. Di qui molte persone, anche le piu’ affezionate alla stampa cartacea, hanno iniziato a sostituirla gioco-forza con quella on line. L’emergenza ha fatto crescere a dismisura i profili social media attivati a persone anche di una certa età che attraverso questi strumenti non sono tagliati fuori dal sistema virtuale parallelo di cui fortunatamente disponiamo.

La stampa cartacea importante si regge ancora con i contributi statali per l’editoria,

altrimenti le vendite dei giornali non compenserebbero di certo i costi di gestione, 

le testate web indubbiamente costituiscono sempre di piu’ un futuro.

Questo per mille motivi: il primo è la velocità di diffusione sul web.

Quello che leggerai domani mattina sul giornale cartaceo fresco, girà già sul web dalla sera notte. Ora viviamo in un epoca in tempo reale. E’ cambiata proprio la “temporalità” di diffusione delle notizie. Pensate che un tempo, una notizia riguardante il regno ad esempio impiegava anche venti giorni,

per raggiungere il popolo. Questo consentiva a chi era protagonista di fatti, incresciosi o meno, di avere tutto il tempo per prendere le dovute precauzioni. Oggi il tempo reale non fa sconti, nel contempo però questo susseguirsi di notizie on line da una parte ci rende sempre protagonisti dall’altra ci può condizionare, talvolta negativamente, come nel caso di continuo utilizzo di termini come “allarme, ondate, preoccupazione” che vengono applicati indistintamente sulle tematiche di emergenza, così come alle previsioni meteo.

L’ onine in conclusione è un futuro che già stiamo vivendo.

Un modello di giornalismo che ti ispira? O un collega giornalista che prendi da esempio?

Il modello giornalistico che preferisco è quello dell’approfondimento che abbia equilibrio, e che sia garante degli ascoltatori. Non amo la piaggeria, ma il realismo e quel piglio educato e garbato ma sempre mirato a conoscere sempre quella virgola in piu’ del solito.

Tiziana Panella di Tagadà su La 7, ritengo sia una figura degna di nota specialmente nel tener conto della fascia sua fascia pomeridiana. Quanto all’esempio si può prendere qualcosa da tutti, dai piu’ famosi come Bruno Vespa, a quelli meno noti. Abbiamo sempre qualcosa da imparare. Mi piace molto Nicola Porro.

Un sogno nel cassetto?

Il sogno di tutti, che finisca questa reclusione forzata e ci consenta di riprendere gradualmente a vivere a colori veri non con quelli che regolano le giornate a secondo della curva epidemiologica. Sogno ristoranti di nuovo aperti, palestre, concerti, nonché musica, spettacolo ed intrattenimento che tornino sui palchi a celebrare cultura, lo stare bene. Un sogno personale? Curare una rubrica di approfondimento emergenza covid sui circuiti nazionali.

Progetti?

Ogni giorno della nostra vita è un dono, ed è anche sempre buono per progettare nuove cose che diano stimolo e che siano caratterizzanti dall’entusiasmo. L’uomo è nato per progettare e realizzare, siamo edificatori di muri che vediamo erigersi  con soddisfazione, talvolta qualche mattone cade ma siamo sempre pronti a rimetterne dei nuovi. Il progetto è quello di avanzare sempre in crescendo in una dimensione di crescita interiore e partecipativa con la nostra società.

www.eslasticmedianews.it editorial director Nunzio Bellino Intervista a cura di Giuseppe Cossentino