Condannato a 5 anni il medico che ipnotizzava e violentava le pazienti: “Mi ha ridotta a un manichino”


Francesca (nome di fantasia) è stata la prima a denunciare un noto medico di famiglia di una cittadina in

provincia di Cuneo, seguita da altre 3 donne. Adesso l’uomo è in carcere e dovrà scontare una condanna

definitiva a 5 anni di reclusione.

“Per me è stato difficile capire di essere vittima di un crimine violento, racconta Francesca, fino a quando

non mi sono confidata con una conoscenza, un carabiniere della zona che mi ha convinta a denunciare”.

Francesca, nome di fantasia per tutelarne l’identità, è stata la prima vittima a presentarsi dai Carabinieri:

dopo di lei altre tre donne si sono convinte a denunciare le violenze subite dallo stesso uomo.

Il “mostro”, così lo ha definito Francesca, all’epoca dei fatti aveva più di 50 anni, e dopo la laurea e la

specializzazione in Sicilia si è trasferito in provincia di Cuneo dove seguiva moltissime famiglie della zona:

era conosciuto e aveva un curriculum da colonproctologo e omeopata, oltre a essere medico di base. I fatti

di Francesca risalgono al giugno-luglio del 2016, ma le testimonianze delle altre tre vittime di violenza

accertate fanno risalire i primi episodi di questo genere al 2012. Adesso l’uomo è in carcere e dovrà

scontare una condanna definitiva a 5 anni di reclusione.

È difficile recuperare da un trauma come una violenza sessuale.
“Ogni volta che uscivo dallo studio del dottore mi sentivo sempre peggio “, ci racconta, e facevo fatica ad accettare quello che mi stava succedendo. La cosa che più mi rimprovero è che non ho avuto la forza di reagire, ero come un manichino e facevo tutto quello che mi veniva detto”.


“Mi ipnotizzava con dei movimenti delle mani – racconta Francesca – e durante le sedute di ipnosi mi ha violentato; ero in un periodo di difficoltà e particolare fragilità. Mi sono messa nelle mani del medico di base, che mi diceva che avevo problemi di tipo psicologico e lui poteva aiutarmi a risolverli, diceva che era in grado di farlo. La cosa che mi fa più stare male era che in quelle occasioni io non potevo reagire, non riuscivo a farlo, e alla fine avevo di fronte a me due scelte: buttarmi giù da un ponte o denunciare”.

Stefano Tizzani, avvocato della vittima.
“La mia assistita si è trovata sicuramente in una condizione di minorata difesa – spiega Stefano Tizzani, avvocato di Francesca – è una persona fragile con esperienze di vita negative alle spalle e questo dottore ha cercato di diventare un po’ un maestro di vita, di andare oltre al suo ruolo. Ci sono oltre 200 pagine agli atti di messaggi che si sono scambiati, c’è stato un approfittamento da parte di questo dottore, un abuso di condizioni di inferiorità fisica e psichica della sua paziente”.

Le testimonianze delle quattro donne vittime del dottore e riportate nella sentenza hanno “permesso di individuare tratti comuni nel modus operandi del medico, nella sua ricerca di un incontestabile piacere sessuale attraverso sistematici toccamenti e intrusioni nelle parti intime dei pazienti senza una valida (e tanto meno manifestata) motivazione”.

“È importante denunciare – spiega Francesca – per noi stessi e per gli altri, perché magari c’è stato qualcuno prima o ce ne saranno altri in futuro. Il fatto che lo Stato abbia riconosciuto che effettivamente la violenza io l’ho subita, mi aiuta a completare la mia terapia, a  cercare di superare il trauma che ho subito, pian piano sto cercando di rialzarmi”.