
“Occorre promuovere, nella famiglia e nella scuola, una nuova cultura della salute mentale, per cogliere le cause dei disturbi, prevenirle ed eventualmente gestire l’esordio dei disturbi stessi”. Lo ha detto oggi, durante l’audizione davanti alla commissione parlamentare per l’Infanzia e l’adolescenza, Alberto Siracusano, professore di psichiatria nell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e coordinatore del Tavolo tecnico presso il Ministero della Salute che elabora il Piano nazionale di azioni per la salute mentale. L’audizione, nella commissione presieduta dall’on. Michela Vittoria Brambilla, fa parte del programma d’indagine sulla fragilità emotiva e psicologica dei più giovani. “Il rischio più grave – sottolinea quest’ultima – è la sottovalutazione di segnali che possono manifestarsi molto presto nella vita dei ragazzi”.
Parte della “nuova cultura della salute mentale”, spiega il professor Siracusano, consiste nel riconoscere precocemente i “determinanti” delle dipendenze comportamentali, “diffusissime tra i giovani”, e dei disturbi mentali, “per esempio la solitudine”, e intervenire a sostegno delle persone in età evolutiva e delle loro famiglie. L’altro tema-cardine affrontato nel Piano nazionale è quello della transizione del paziente all’età adulta che rappresenta una situazione particolarmente delicata e richiede una presa in carico multidisciplinare. Purtroppo, per barriere culturali e burocratiche, “oggi non è garantita la continuità della cura, che invece è indispensabile”.
“Il rischio principale – afferma la presidente Brambilla – che corrono le grandi agenzie educative, famiglia e scuola, è quello di sottovalutare segnali che si manifestano fin dai primi anni della scuola elementare e si fanno più evidenti nella fase immediatamente precedente l’adolescenza. L’implementazione del Piano nazionale di azioni per la salute mentale contribuirà certamente a ridurre l’incidenza di disturbi come ansia e depressione tra i giovani”.