Clara Ceccarelli perseguitata e uccisa dal suo ex: ergastolo per Renato Scapusi
All’imputato riconosciute le aggravanti della premeditazione e della crudeltà e condannato anche per
l’accusa di rapina del portafoglio della vittima..
Ergastolo, è questa la sentenza di condanna per omicidio infitta oggi della Corte d’Assise del tribunale di
a Renato Scapusi ritenendolo colpevole dell‘assassinio della ex Clara Ceccarelli. La donna fu uccisa con
decine di coltellate nel suo negozio di pantofole a Genova nel febbraio dello scorso anno. Come stabilito
dai giudici, a sferrare quei fendenti mortali fu il 59enne Renato Scapusi, suo ex che da mesi la tormentava
in ogni modo possibile tanto da spingere la donna a pagarsi già il suo funerale per la paura di quello che è
realmente accaduto. La Corte ha accolto in pieno la tesi dell’accusa e le richieste dei pm condannando
l’imputato anche per la rapina del portafoglio della sua ex compagna.
L’aggressione mortale era avvenuta il 19 febbraio poco prima della chiusura del negozio di pantofole della
vittima in via Colombo e per l’accusa e i giudici era stata premeditata. All’imputato infatti sono state
le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Dopo il delitto l’uomo era fuggito ed era stato
rintracciato dagli agenti della squadra mobile della Questura vicino all’ospedale Galliera mentre cercava di
suicidarsi. L’uomo, che pochi giorni prima del delitto aveva minacciato di gettarsi nel vuoto, avrebbe tentato
il suicidio anche durante la detenzione. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo aveva grossi
problemi economici perché ludopatico e in quel periodo disoccupato. Dopo numerosi episodi vi violenza e
, la vittima lo aveva lasciato ma lui aveva iniziato a perseguitarla.
Gli episodi di stalking erano diventati sempre più frequenti e Renato la tormentava in modi assurdi, perfino
sporcando con escrementi le vetrine del suo negozio, come hanno raccontato le amiche della donna,
rivelando che Clara aveva così paura da aver installato un sistema di protezione del suo negozio.
Nemmeno rivolgersi alle forze dell’ordine era servito. La denuncia della donna contro di lui infatti era stata
archiviata perché non c’erano più le immagini che provavano le sue persecuzioni.