Cerignola, violenta ripetutamente la figlia, che resta incinta: arrestato
Una ragazza è rimasta incinta dopo essere stata ripetutamente violentata dal padre in un casolare di
campagna. L’uomo è stato arrestato.
Resta incinta dopo gli abusi commessi dal padre: l’orrore scoperto dalla polizia in un casolare nei campi di
Cerignola dove si era stabilita una famiglia di origini romene. Tra loro, insieme ad alcuni minori, anche una
ragazza incinta, la cui gravidanza sarebbe conseguenza dei reiterati abusi sessuali da parte di suo padre.
Per il fatto, come spiega Foggiatoday, gli agenti del commissariato ofantino hanno sottoposto a fermo
l’uomo, cittadino rumeno, gravemente indiziato dei reati di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti in
famiglia.
Orrore a Cerignola, in provincia di Foggia, dove una ragazza è rimasta incinta dopo essere stata
ripetutamente violentata dal padre. È quanto ritengono all’esito delle loro indagini gli agenti della Polizia di
Stato della cittadina pugliese che hanno fermato un rumeno con le accuse di violenza sessuale aggravata e
continuata e maltrattamenti in famiglia. Il gip del Tribunale di Foggia ha convalidato il fermo disponendo il
carcere per l’indagato. All’identificazione dell’uomo si è arrivati dopo la segnalazione della presenza in un
casolare di campagna di un nucleo familiare composto da minori e da una ragazza maggiorenne incinta a
seguito – secondo la polizia – di continui abusi sessuali da parte del padre. Ad avvalorare le accuse a
carico del genitore ci sarebbero anche le dichiarazioni rese dalla vittima.
In una nota la polizia riferisce che – a seguito dei primi sospetti – “gli agenti hanno immediatamente svolto
le doverose attività di indagini, tese a riscontrare la fondatezza di quanto segnalato. All’esito delle attività
svolte e, in particolare, in virtù delle dichiarazioni rese dalla ragazza e dei preliminari riscontri acquisiti, gli
agenti operanti hanno sottoposto a fermo di indiziato di delitto il padre della vittima, gravemente indiziato
dei reati di violenza sessuale aggravata e continuata e maltrattamenti in famiglia. Il fermo è stato
convalidato dall’autorità giudiziaria, che ha disposto a carico dell’indagato la misura cautelare della
custodia in carcere”. La Questura ha inoltre ricordato che il procedimento si trova nella fase delle indagini
preliminari e che l’arrestato, seppure attinto da gravi indizi di colpevolezza in relazione ai reati per i quali è
stata applicata la misura detentiva, “non può essere considerato colpevole fino alla condanna definitiva”.