Il mondo del lavoro è un mondo difficile ed estremamente competitivo: trovare l’impiego giusto –
soddisfacente da un punto di vista personale, professionale ed economico – è una vera e propria sfida.
Molti imprenditori, però, presentano una prospettiva diversa: nonostante offrano opportunità di lavoro, non
riescono a trovare dei dipendenti. Per quale motivo? Spesso tendiamo a pensare che il problema sia lo
stipendio: non ci si accontenta più di lavorare 8-10 ore al giorno per poche centinaia di euro, eppure la
storia che ha raccontato questo imprenditore è ben diversa.
Gerardo Napoli è amministratore della società Napolitrans, un’azienda di logistica della provincia di Salerno
– in Italia – che si occupa di trasporto alimentare. Chi dice che non ci sia lavoro si sbaglia, perché l’uomo
ha raccontato di non riuscire a trovare autisti di camion: ne servirebbero 60 e, nonostante le condizioni
lavorative siano molto buone, nessuno ha risposto ai suoi annunci di lavoro. Gerardo racconta di aver
offerto un lavoro di 9 ore al giorno per 5 giorni settimanali, con uno stipendio di 3000 euro netti al mese. La
sua azienda, infatti, ha fatturato 80 milioni ma l’uomo è convinto di poter fatturare ancora di più. Il giro di
affari della società di trasporti non riesce ad espandersi proprio perché manca personale.
Per guidare un camion serve l’apposita patente, e già diversi imprenditori avevano fatto una richiesta al
governo: servono circa 17 mila autisti nel settore della logistica, ma sembra che sempre meno giovani
italiani siano disposti a prendere la patente necessaria e a mettersi alla guida di un Tir. Stavolta, quindi, le
condizioni lavorative non rappresentano un limite. Gennaro dice che “per fare il camionista ci vuole la
patente E per prenderla servono seimila euro circa e sei mesi di studio. Non tutti hanno la costanza e i soldi,
ma noi non possiamo farci carico noi del costo della patente. Sei mila euro moltiplicati per 60 lavoratori
sarebbe un investimento troppo oneroso, ma se ci fosse un investimento pubblico per aiutare disoccupati in
uscita da un’azienda in crisi a conseguire la patente, noi valuteremmo con attenzione le candidature”.
Il lavoro quindi c’è, e non sempre le condizioni lavorative sono inaccettabili, e non ci resta che chiederci se il
governo promuoverà delle iniziative e faccia degli investimenti per spingere i giovani ad intraprendere
questo percorso lavorativo, da molti considerato “minore”.