Catania, uccise la sorella perché tradiva il marito: in manette il figlio del boss Alleruzzo

Catania, uccise la sorella perché tradiva il marito: in manette il figlio del boss Alleruzzo


Svolta nel caso di Nunzia Alleruzzo, scomparsa misteriosamente di casa nel maggio del 1995 e poi

ritrovata cadavere tre anni dopo in un pozzo. La donna sarebbe sta uccisa dal fratello Alessandro, figlio del

boss dell’omonimo clan mafioso. Secondo un collaboratore di giustizia, lo stesso Alleruzzo gli avrebbe

“raccontato di aver ucciso la propria sorella per riscattare l’onore della famiglia”.

Barbaramente uccisa dal fratello solo perché aveva osato innamorarsi di un altro uomo tradendo il marito,

così è morta Nunzia Alleruzzo, scomparsa misteriosamente di casa nel maggio del 1995 e poi ritrovata

cadavere tre anni dopo in un pozzo. La svolta nel caso è arrivata oltre 25 anni dopo grazie alle

testimonianze di alcuni collaboratori di giustizia che hanno portato in manette il fratello della donna

Alessandro Alleruzzo, figlio del boss mafioso deceduto Giuseppe e destinatario nelle scorse ore di una

misura di custodia cautelare eseguita dai carabinieri di Catania. Secondo un pentito lo stesso Alleruzzo gli

avrebbe “raccontato di aver ucciso la propria sorella per riscattare l’onore della famiglia”. Per gli inquirenti si

tratta di un efferato omicidio condotto con gli stessi sistemi mafiosi in cui si muoveva la famiglia

Alleruzzo, storico clan del Catanese legato a Cosa nostra, e per un preteso fine di riscattare l’onore della

famiglia mafiosa.

Nunzia Alleruzzo era sparita nel nulla il 30 maggio del 1995, quel giorno il figlio di 5 anni disse di averla

vista uscire di casa con suo zio Alessandro ma le reticenze e l’omertà impedirono di scoprire la verità fino a

quando lo stesso clan, con alcune telefonate anonime, permise ai carabinieri del Nucleo operativo della

compagnia di Paternò di scoprire i resti della stessa donna all’interno di un pozzo tra cui un teschio con

due fori causati da colpi di arma da fuoco. A ucciderla sarebbe stato lo stesso fratello, ma per oltre 25 anni

il mistero attorno alla morte di Nunzia Alleruzzo è rimasto.

Come rivelano i carabinieri, solo le recenti dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia, Francesco Bonomo,

Antonino Giuseppe Caliò e Orazio Farina, hanno permesso di ricostruire dinamica e movente del delitto. La

donna sarebbe stata assassinata perché secondo il fratello aveva leso l’onore della sua famiglia tradendo

il marito. Calò ha detto di “avere appreso direttamente da Alessandro Alleruzzo” che era stato lui ad “avere

ucciso la sorella, sporcandosi di sangue e terra per averla dovuta trascinare, per riscattare l’onore della

famiglia”, affermazioni confermate anche dalle intercettazioni nella cella del carcere di Asti dove erano

detenuti altri membri del clan mafioso. A fare ritrovare il cadavere, sempre secondo i racconti dei pentiti,

sarebbe stato Santo Alleruzzo, reggente del clan all’epoca dei fatti, che dal carcere avrebbe intimato a suo

cugino Alessandro di “fare ritrovare il corpo della sorella per darle sepoltura”.