Carolina Crescentini: “Sono un tipo molto alla mano, perché così mi è stato insegnato, così vivo, e non c’è nessun motivo di essere diversa”

Carolina Crescentini: la strada per diventare attrice di successo

“Sono un tipo molto alla mano, perché così mi è stato insegnato, così vivo, e non c’è nessun motivo di essere diversa”

Carolina Crescentini: la strada per diventare attrice di successo

Credits: Getty Images

Carolina Crescentini, reduce dal successo di serie cult come Mare Fuori, Tutto chiede salvezza e Boris 4,

si è raccontata durante un’intervista a Io Donna, ripercorrendo le tappe della sua carriera e parlando del

suo carattere frizzante e deciso.

Fin da bambina Carolina rivela di essere stata una bambina molto “vivace e curiosa”. L’attrice è entrata al

Centro Sperimentale di Cinematografia e ha raccontato di questa sua esperienza: “Ho pensato: provo, convinta che non sarei stata presa, e invece ce l’ho fatta. Lì mi sono sentita subito nel posto giusto,

contaminata da vari settori: recitazione, regia, sceneggiatura, montaggio, suono, costumi. Si è creato un

gruppo di amici che frequento ancora, avevamo tutti vent’anni e lo stesso obiettivo: raccontare storie,

sentendoci tasselli di una grande squadra”.

Da quel momento la carriera dell’attrice ha preso il volo portandola a ricoprire alcuni dei ruoli più ambiti del cinema italiano in serie come Boris 4, Tutto chiede salvezza e Mare Fuori. Da lì a poco Carolina è stata

travolta di conseguenza da un’ondata di popolarità non indifferente: “Oggi vengo riconosciuta più spesso, e ogni spettatore sceglie a quale personaggio affezionarsi: per alcuni la direttrice del carcere di Mare fuori, per altri la “cagna maledetta” di Boris, per altri ancora la sposa di Mine vaganti. E a me questo piace”.

Alla domanda sul suo ruolo preferito Carolina ha risposto: “Mi piacciono le donne forti e fragili allo stesso tempo, le sfide fisiche, e la possibilità di imparare qualcosa di nuovo. E mi piace che un film mi travolga, che mi lasci i segni addosso. Per prepararmi spio gli altri in treno, in taxi, in aereo, e prendo appunti ascoltando le cose che dicono. Una volta in treno ho osservato due ragazzi sui vent’anni, lei cittadina del mondo, lui passerotto di provincia, prendendo nota di tutto quello che facevano e dicevano, perché era evidente che stesse nascendo un amore tra due persone completamente diverse”.

Due anime molto diverse, come quelle di Carolina e suo marito Francesco. Lei vivace e colorata, lui un personaggio un po’ alla Tim Burton: “Siamo opposti, ma in certe cose siamo molto simili. Innanzitutto Francesco viene da una famiglia che ha gli stessi valori della mia, ed è qualcosa che a un certo punto della vita cerchi. Poi è un buono, nonostante l’aspetto dark, emotivo e sognatore come lo sono io. Con lui mi diverto veramente, durante i viaggi ci succedono un sacco di cose belle perché Francesco è aperto all’imprevisto, esattamente come me”.