Bombardamenti su un teatro a Mariupol: era rifugio per civili. Accuse reciproche Russia – Ucraina

Bombardamenti su un teatro a Mariupol: era rifugio per civili. Accuse reciproche Russia – Ucraina


Secondo il consiglio comunale di Mariupol, ci sarebbero diversi civili sotto le macerie. La Russia nega di

aver sferrato l’attacco, accusando l’Ucraina.

Il teatro di Mariupol è stato oggi completamente distrutto da una bomba. Secondo quanto riportato dalle

autorità cittadine, all’interno dell’edificio c’erano circa un migliaia di civili, che ora si trovano sotto le

macerie. Al momento non è noto né il numero delle persone ferite, né di quelle decedute. Il consiglio

comunale di Mariupol ha rilasciato una dichiarazione in cui si afferma che le “forze russe hanno distrutto

deliberatamente e cinicamente il teatro”. “Un aereo ha lanciato una bomba su un edificio dove si

nascondevano centinaia di abitanti pacifici”. La nota continua spiegando che la portata dell’attacco non è

ancora chiara dato che la città ha continuato a essere bombardata. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro

Kuleba ha dichiarato che i russi non potevano non sapere che all’interno del teatro di Mariupol vi erano dei

civili. Una fotografia satellitare pubblicata oggi da Maxar Technologies e risalente al 14 marzo, mostra la

parola ‘bambini‘ scritta in russo fuori il teatro, in modo da avvertire i soldati che all’interno vi erano minori.

Il ministero della Difesa russo nega gli attacchi ai civili


Il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov ha smentito sia l’attacco al teatro di

Mariupol, sia l’assassinio di dieci civili in fila per acquistare il pane a Chernihiv. Secondo quanto riportato da

Konashenkov, quelle apparse sulla stampa ucraina sarebbero ‘notizie false non verificate’. “Tutte le unità

sono fuori dai confini della città di Chernihiv, bloccano le strade e non stanno conducendo alcuna azione

offensiva”, ha dichiarato il portavoce, che ha negato anche l’attacco al teatro.

Biden: “Putin è un criminale di guerra”


In seguito agli attacchi sulla popolazione civile ucraina, il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha definito

Vladimir Putin un ‘criminale di guerra’. È la prima volta dall’inizio dall’inizio del conflitto che la massima

autorità statunitense ha usato questi termini per definire il presidente russo. Un portavoce del Cremlino ha

dichiarato che le parole di Biden sono ‘inaccettabili’, e le ha definite ‘retorica imperdonabile’.