Bari, si impicca a 9 anni: pm chiede cronologia video a YouTube, ipotesi gioco social Jonathan Galindo

Bari, si impicca a 9 anni: pm chiede cronologia video a YouTube, ipotesi gioco social Jonathan Galindo


La tragedia è avvenuta a Bari lo scorso 25 gennaio. Secondo il pm Angela Maria Morea, probabilmente

come conseguenza di un gioco estremo online: una maschera spaventosa, che istiga i bambini a prove di

autolesionismo online. Si indaga per istigazione al suicidio a carico di ignoti. E L’ultima carta è quella della

rogatoria internazionale per accedere al server di YouTube che si trova in Irlanda.

Si era impiccato a 9 anni, il 25 gennaio scorso, nella sua stanzetta a Bari, una tragedia che potrebbe essere

stata in qualche modo innescata dalla partecipazione ad un gioco estremo online. Questi i risultati ai quali

è arrivata la Procura locale che ora si è rivolta direttamente a YouTube per ottenere e visionare la

cronologia dei video ai quali il bambino ha avuto accesso all’epoca dei fatti.

Pm chiede cronologia video a YouTube

Il piccolo era stato trovato dai genitori con una corda attorno al collo e appeso a un attaccapanni. Da quel

giorno la magistratura è impegnata a capire cosa l’abbia spinto a quello sconcertante gesto: dopo aver

avuto dall’autopsia la conferma del decesso per soffocamento e aver passato al setaccio tutti i dispositivi

digitali presenti in casa senza trovare tracce, sta tentando la strada della rogatoria internazionale in Irlanda.

La sede legale di YouTube infatti presso The Academy, 42 Pearse Street, Dublino 2. La risposta al mistero

potrebbe dunque essere scovata in quei server, nelle immagini del popolare sito di condivisioni video.

Ipotesi gioco social Jonathan Galindo


Nello specifico, la pm Angela Maria Morea che coordina le indagini, è dell’idea che possa esserci un

collegamento con il gioco social chiamato “Jonathan Galindo”. Col cappuccio i denti gialli e uno sguardo

inquietante assomiglia vagamente al personaggio Pippo di Walt Disney spingerebbe i partecipanti a

uccidersi, sottoponendo gli utenti a prove estreme. Se n’era parlato lo scorso anno anche col caso

dell’11enne morto suicida a Napoli. Un amico del bambino barese gli aveva confidato che “se non faceva

quello che gli diceva sarebbe venuto a prenderlo di notte”. Già all’epoca la pm aveva aperto un fascicolo per

istigazione al suicidio a carico di ignoti ed è l’ipotesi di reato sulla quale è ancora al lavoro.