Anoressia, Fabiana ne è uscita da cinque anni: “Ero 27 chili, ora ho ripreso in mano la vita”
Adesso ha 22 anni, ma quando si è ammalata di anoressia nervosa ne aveva solo 14. Genitori litigiosi che
si separano, un clima familiare non perfetto e l’adolescenza, un mix che ha condotto Fabiana in quello che
lei definisce un “inferno”. “Pesavo sempre di meno, mi dicevo che se ero arrivata a 40 chili potevo arrivare a
35, poi a 30, fino a quando non potevo più muovere il braccio sinistro, non potevo più tenere su il collo e
non riuscivo a camminare, il mio psicologo mi ha fatto ricoverare e questo mi ha salvato la vita”.
Non sono infrequenti le famiglie che si dividono e i genitori che si separano, ma le conseguenze sui figli,
soprattutto adolescenti, possono essere devastanti e condurli su strade pericolose per la loro salute. La
storia di Fabiana Negrini ne è un esempio.
“Ad oggi – spiega Fabiana cercando di dare un senso a cosa le è successo – penso che sia stato tutto
frutto di un mio bisogno estremo di affetto e di attenzione che non riuscivo ad esprimere. Tutti noi
vorremmo avere una famiglia perfetta, felice, la mia non lo era e i miei si stavano separando, questo mi ha
portato a non sentirmi amata, a non piacermi più, a pensare che non meritassi di vivere”.
L’anoressia nervosa è un vero problema per gli adolescenti, esacerbato dagli effetti della pandemia e dei
lockdown degli ultimi due anni, ed è soprattutto una malattia che aggredisce la mente e la percezione di sè
del malato: “Non mi controllavo più – racconta Fabiana – ho cominciato saltando la cena, poi buttavo via
la merenda a scuola, camminavo moltissimo, non mi piacevo più”.
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“Questa malattia ti accompagna ogni momento, ti dice cosa mangiare e soprattutto cosa non mangiare e
adesso, dopo 5 anni di cure, posso dire di esserne uscita al 99%. Il restante 1% starà lì per sempre a
ricordarmi tutte le sofferenze e il dolore che ho provato, il rischio di morire, il fegato quasi al prolasso”.
L’intervento decisivo, per sbloccare la situazione, è arrivato quando il Dottor Roberto Ravera, primario di
psicologia alla ASL1 della Liguria, ha visitato Fabiana e l’ha spinta a ricoverarsi in rianimazione: “Mi hanno
detto che sarei potuta morire nella notte – racconta Fabiana come se parlasse di un’altra persona – ma non
avevo paura perchè ero stanca. Poi quando mi sono risvegliata la mattina seguente ho pensato che forse
qualcuno mi stava dando una seconda possibilità”.
Adesso Fabiana sta bene, è in forma, fa la personal trainer e ha riscoperto il piacere di mangiare: “Per
guarire ho dovuto ricominciare tutto da capo. Ho dovuto reimparare a camminare, a correre, a mangiare e a
bere. Adesso sono una persona nuova, ma la malattia e l’esperienza mi hanno cambiata e me le porterò
per sempre dietro”
Adesso Fabiana mangia una fetta di torta, la finisce con gusto e mostra con orgoglio un anello di
fidanzamento. Si sposerà presto.