Angela (Gli eredi dei Messapi) è il primo volume di Angeli in ginocchio – La saga del popolo messapico
della scrittrice Bruna Spagnuolo, edito da Edizioni S.O.S. ROOTS, disponibile negli store digitali.
Il titolo della saga è legato a una credenza delle popolazioni dell’estremo Sud dell’Italia, protagoniste di
quest’opera: ogni volta che la tavola veniva apparecchiata con i cibi ritenuti “grazia di Dio”, gli Angeli si
mettevano in ginocchio attorno ai commensali, perché nessuno si strozzasse nella fretta di placare i morsi
della fame.
«Come una matriosca a quattro scomparti, la saga si snoda su quattro libri, quattro storie totalmente
indipendenti, eppure intimamente connesse e collegate da tasselli misteriosi che si schiudono a catena l’uno
nell’altro, uno dopo l’altro. – racconta Bruna Spagnuolo – Questa saga è un’opera di narrativa e non un saggio.
È frutto del genio letterario libero di sopperire alle mappe storiche, umane e geografiche con le vie leggiadre
delle muse dell’ispirazione. Nonostante ciò, il canovaccio della sua nascita poggia le basi su qualcosa di più
della pura fantasia, poiché la sua stesura ha richiesto sopralluoghi e ricerche per realizzare i quali ho
viaggiato fisicamente, seguendo le vie dei semi archeologici e glottologici, dalla valle dell’Indo all’antica Ilio,
alla Troia omerica, nella mitica Troade, fino all’antica Siris, sulle coste italiche, e ai ritrovamenti enotri, nelle
valli lucane del Sinni e del Sarmento».
Angela (Gli eredi dei Messapi) è un libro pieno di tipicità italica dal notevole esotismo geografico e
antropologico, pur essendo un’opera di narrativa letteraria, perchéènato per immortalare la vita delle
comunità che brulicavano attorno alle pendici del Pollino lucano e ne ha raccolto la cultura prima che
perduta nel ritmo serrato della spasmodica corsa tecnologica e delle sovrapposizioni prive del passaggio
del sapere di generazione in generazione.
Lo stile è vivido e intenso, dalla descrittività sapiente e lirica, con richiami omerici, gattopardiani e veristi.
«Quest’opera vuole essere, per le menti che cercano un contesto identificante tra le radici sfuggenti del
passato e la “civiltà” tecnologica paradossale, una tappa-appiglio cui volgersi e cui far riferimento. – si legge
nella “nota dell’autrice”, presente nel libro – Nella confusione di questa nostra era travagliata, che, una volta
sì e una volta sempre, pare smarrire la direzione dei punti cardinali della saggezza e della pace, si pone come
umile lampada accesa sull’altare dell’amore. Così l’ho concepita e così la dono a tutti coloro che sapranno
lottare perché i valori tesi a rendere ogni uomo fratello all’altro uomo non debbano mai morire».
Sinossi – Angela (Gli eredi dei Messapi)
del suo amato altrettanto straordinario.
Le pagine di questo libro descrivono eventi fatali e tragici e narrano le vicissitudini di una giovane contadina
leggendaria e del suo amato dragone dell’esercito regio, facendo un ritaglio completo della realtà
ambientale, geografica, storica e sociale in cui sono incastonate. Ricreano situazioni, atmosfere,
ambientazioni, sensazioni e sentimenti che portano l’ambita Angela a innamorarsi perdutamente dell’unico
personaggio che non le porti onori e a sposarlo, consegnandosi a un fato di incognite e dolore e patendo
quasi fino a morire di fatica, malattie e malefici. Con descrizioni impagabili e immagini vivide, questo
romanzo ci trascina verso due domande: riusciranno i due innamorati a ritrovarsi? E da dove vengono le
immagini che si affollano nella loro mente e che non appartengono al loro passato?
Questo libro è un romanzo d’amore, tragedie e percezioni connesse con altre vite – altri tempi degli stessi
luoghi, ma è, soprattutto, un lascito prezioso del retaggio tutto mediterraneo della rassegnazione fatale di
chi si sente “uovo tra le pietre” e assurge a simbolo di un Meridione in ginocchio.
È una cassaforte di identità storiche ed etnologiche del Novecento e uno strumento utile a ricostruire e
conservare l’identità di popolazioni già sconosciute a questa epoca, che ha sostituito la trasmissione del
sapere di generazione in generazione con le finte culture delle cosmesi multimediali. È un monumento alle
svolte storiche gigantesche del periodo bellico e soprattutto di quel dopoguerra che ha travolto
personaggi umili e straordinari come Angela e Gaetano, che, allo stesso tempo, li ha annoverati tra i suoi
fermenti lievitanti inarrestabili e che, impegnato nella guarigione delle sanguinanti ferite di un conflitto
mondiale, ignorava di essere piattaforma di lancio di una irripetibile primavera di rinascita e di incidersi
nella storia come un faro cui l’umanità avrebbe dovuto ispirarsi nei suoi secoli della tecnologia senza
limiti e nei millenni della sua conquista dello spazio.
L’autrice Bruna Spagnuolo è lucana di origine e lombarda di adozione. Ha insegnato lingua italiana negli
Istituti linguistici e inglese nella scuola statale. Ha trascorso lunghi periodi della sua vita in varie latitudini