Una bimba di pochi giorni di vita è stata lasciata nella culla della vita dell’ospedale, struttura concepita
appositamente per permettere di lasciare in condizioni di sicurezza i neonati da parte delle mamme in
difficoltà nel pieno rispetto sia del piccolo che della riservatezza di chi lo deposita.
Una bimba di pochi giorni di vita è stata lasciata nella culla della vita dell’ospedale Villa Scassi di Genova,
struttura concepita appositamente per permettere di lasciare in condizioni di sicurezza i neonati da parte
delle mamme in difficoltà nel pieno rispetto sia del piccolo che della riservatezza di chi lo deposita. Il
campanello che segnala la presenza di un neonato nella culla è stato suonato ieri sera, dando così l’allarme
al reparto di neonatologia. È la prima volta che accade dal 2008, anno in cui i Lions di Genova donarono la
culla della vita all’ospedale (un’altra è all’ospedale Galliera).
La piccola sta bene, pesa due chili e 900 grammi, tutti i parametri vitali sono regolari: è stata messa
insieme agli altri bimbi che si trovavano in reparto. La bambina piangeva, ma appena il medico l’ha presa in
braccio si è tranquillizzata. Un’infermiera le ha dato da mangiare, l’ha cambiata e l’ha messa a dormire. La
donna che si è presa cura della bimba nelle ultime quarantotto ore lo ha fatto con amore materno, come
testimoniano i quattro pannolini lasciati nella culla, come a dire di più non posso fare per lei. “È una storia a
lieto fine – spiega il primario Vallarino -. Fino a che il giudice non deciderà a chi affidarla la terremo noi in
reparto e la coccoleremo. Devo ringraziare chi ce l’ha consegnata perché lo ha fatto nel modo migliore
possibile. Ha fatto un sacrificio per dare un’esistenza migliore alla piccola. È tutto molto commovente”. La
Direzione sanitaria ha segnalato il caso alla Procura che avvierà il procedimento di adottabilità della
piccola. “Non so se la piccina avrà una nuova famiglia oppure se la mamma ci ripenserà, ma posso dire che
ha fatto un grande gesto d’amore”. A quanto pare qualcuno, poco prima di mezzanotte, avrebbe anche
chiamato l’ospedale per sincerarsi che tutto fosse andato bene.